Vagina Mother

Vagina Mother

2009, Go Down Records, Italy. Album (CD)

What they say

When the new Strange Flowers album arrived I couldn’t wait to hear what they were up to. Since their ‘comeback’ about five years ago, I’ve been really impressed with the direction the music has taken since their early days of Pink Floyd/Beatles style psych-pop. ‘Vagina Mother’ didn’t hit me immediately but never put off by initial hearings, I’ve listened to the album pretty much every day since. Guitars are ‘bigger’ (‘Hollywood’ finds them sounding like The Church circa 1988 – think ‘Reptile’ – rock mode) but not played heavy-handedly. Lyrically, they’re still very strange too…Overall, it’s a very subtle release. Another interesting band! (Heyday, UK)

Ancora imbattibile la band toscana con il suo acid-rock melodico. Ricordo con piacere il loro “Ortoflorovivaistica”, pubblicato alla corte cosmica della tedesca Nasoni Records, con tanto di liner-notes offerte da Rudi Protrudi dei Fuzztones. Parliamo degli Strange Flowers from Pisa, alfieri della psichedelia in terra italiana, benchè le onde acide emanate dal gruppo si siano diffuse in tutto in globo. Ne è passato di tempo dalle sedute di registrazione del disco, e da allora la band ha affrontato tour stranieri, un cambio di organico (con l’entrata del bassista Alessandro Santoni) e un disco dal nuovo spirito come “Aeroplanes In The Backyard”. Oggi si presenta agguerrita e rinnovata dal contratto con la Go Down e la produzione di Federico Guglielmi, per un disco che si presenta fiero e orgoglioso, pur seguendo l’impatto del predecessore. Il quartetto ha rifiutato numerose offerte – tra cui quella di cantare in italiano – e il suo rock psichedelico ha sempre un respiro internazionale, ma in “Vagina mother” c’è qualcosa in più.L’elemento melodico che la band sotto sotto non ha mai negato o nascosto qui risulta valorizzato, espanso, senza annullare l’imprinting lisergico che si manifesta in ammalianti ghirigori chitarristici o in aperture meditative. “Blue mothers”, “September” e la magistrale “The insect and the fish” sono un ottimo esempio di questa direzione, che riesce ad essere nuova ma non snaturata, così “Powder tears”, una nenia pop-psichedelica che collega il gruppo anche a nomi stranieri come Loxley Beade. Dall’altro lato pezzi martellanti (virati hard o beatlesiani) come “The followers of fame” e “A rose in your mouth” oppure una “Salvation” che a qualcuno parrà una outtake degli Screaming Trees.Un bel ritorno per i Strange Flowers: disco gustoso, buone vibrazioni assorbite, obiettivo raggiunto. (Movimenti Prog, Italy)

Entitled in a very feminine way, Vagina Mother is the fifth full-length by this great band from Pisa, Italy, formed already in 1987. The band has always known how to write really good songs, and although their psychedelic peak might have been the amazing Ortoflorovivaistica in 2005, also all the later albums have a clearly mind-altering under current. The music still owns much to 60’s psychedelia and garage, but the catchy, beautiful melodies also include some pop elements in the style of The Soundtrack of Our Lives. The Aeroplanes in the Backyard album that was released in 2008 was already a step into a bit more commercial direction, and the band is still on the same trip. But you can’t really judge a band that has been operating during three different decades for wanting to have some success, especially since they’re still making really stylish and excellent music! Vagina Mother is started with the under two-minute-long ”Intro (A Welcoming Mandala)” after which comes the great, a little melancholic and pretty hypnotic “Blue Mothers” that rocks in a nice way. There are also some psychedelic elements in there. The bit slower “Powder Tears” is quite plangent stuff and also has a really good, melodic chorus. ”Underneath Electric Wires” is quite slow as well and has an incredible, a bit mystical atmosphere. The vocals remind me of ”Tales of Brave Ulysses” by Cream… ”The Followers of Flame” is true Rolling Stones rock with a nice fuzz solo, ”September” more atmospheric stuff with a chorus that makes the shivers go down your spine. A bit surprisingly, they do a cover of Madonna’s “Hollywood”, but the guys are able to make that work too. ”A Rose In Your Mouth” could very well be a song by TSOOL and rocks in a nice way including also some clinking guitars. ”Salvation” is a pretty groovy, a bit funky number with percussion and the short “Angela’s Disease” a minimal, acoustic piece. ”Seven Year Old Poets” is a really good, energetic psych rock track with vocals that bring to mind Syd Barrett. The actual album ends with its longest (5:12) track ”The Insect And The Fish” that starts off in a very peaceful and sort of surreal style but grows in a minute when it gets to the chorus. The same goes on for a few times and then they do some harder and faster rocking towards the end along with superb guitar soloing. The CD has two bonus cuts: an Italian version of the song “Powder Tears” (“Polvere”) and the pretty interesting “The Naked Monk”. I’ve been now listening to this album many times, and I find that I like it more and more. When listened to in a superficial manner, it feels pretty nice, easily approachable pop-rock at first, but later on (and especially in the right mental states) you can find totally new, also deeper qualities. (Psychotropic Zone, Finland)

“Chiudo gli occhi e mi sembra di percorrere la mitica Ruote 66 a bordo di una Mustang”. (Mag Music, Italy)

Attivi dai primi anni Novanta, i toscani Strange Flowers approdano al quinto album in studio della loro carriera, registrato a Roma con la produzione di Federico Guglielmi, firma storica del Mucchio Selvaggio nonché apprezzato produttore di area punk-garage negli anni Ottanta, soprattutto con l’etichetta High Rise.

“Vagina Mother” si presenta così come una sorta di semi-concept trasversale sulla maternità, all’insegna di uno pysch-rock classicamente atteggiato, intriso di riverberi amniotici e di un’indole densamente introspettiva che si ripiega su sé stessa nella bolla contemplativa di una calma placentare. I riferimenti si innestano in un tessuto più o meno stratificato di citazioni che vanno dai Church ai Ride, passando per Warlocks, Dead Meadow o Verve, con pennellate di chitarra cariche di colore acidulo e linee ritmiche abbastanza distese e dilatate (anche se non mancano episodi dal taglio più rock’n’roll, come, a titolo d’esempio, “The Followers Of Fame”). Tra i pezzi che colpiscono di più, la cover ulcerata di “Hollywood” di Madonna, o “Powder Tears” (disponibile come bonus track anche in una versione ricantata in italiano, “Polvere”), ma convincono anche i disegni più ipnotici di “A Rose In Your Mouth” (che ricorda a tratti i Kula Shaker) o di “Underneath Electric Wires”.  Sebbene la proposta della band poggi in definitiva su una sintassi e una semiologia sonora abbastanza “di genere” (con tutti i limiti di prevedibilità annessi, com’è ovvio), il tutto tende comunque a non scadere mai in un banale didascalismo, grazie a una scrittura agile, robusta e perfettamente fruibile, che accarezza lo spirito e si lascia cantare con discreto trasporto. (Ondarock, Italy)

Sempre attenti e “aficionados” di Retrophobic, i toscani Strange Flowers fanno pervenire il promozionale per questo nuovo album, fuori per la prestigiosa indie Go Down, e prodotto da Federico Guglielmi, storica firma del giornalismo musicale italiano, nonchè produttore di bands come Not Moving, Fasten Belt e Magic Potion. “Vagina Mother”, rispetto al precedente “Aeroplanes In The Backyard”, riesce a tarare ancora meglio i suoi “knobs”, e a mettere ancora più a fuoco gli Strange Flowers del 2009. Se già la band risultava ben amalgamata e personale, concettualmente vicina ai mistici dei 60s, ma formalmente “pronta” ad una contemporaneità necessaria, con questo “Vagina Mother”, la “carrucola” passato/presente è ancora più oliata. Ormai gli Strange Flowers non sono più una band “italiana”: il loro suono è pieno, il songwriting non lascia nulla al caso, e in un’ipotetico “exploding plastic inevitable” di inizio millennio li metterei in cartellone con Brian Jonestown Massacre, Black Angels, Warlocks, Outrageous Cherry e Asteroid B612. La materia suonata è più che mai “popedelia”, le canzoni sono “catchy” quanto basta, sempre tinte di lieve storidimento, e soprattutto accessibili ad un pubblico quantomai vasto. Gli arrangiamenti sono eleganti e ricercati (come i piccoli gioielli “Salvation” e “Underneath Electric Wires”), e non mancano i “joker in the pack” come la versione pop psych di “Hollywood” di Madonna. L’equilibrio del disco pende dalla parte elettrica (comunque mai troppo “hard”), e i “tricks” da studio (strani ricami sonori elettro-analogici) non fanno che impreziosire il broccato sonoro dei toscani. Ottima anche la versione in italiano di “Powder Tears / Polvere”, giusto per tornare al discorso passato/futuro. Uno di quei dischi ai quali non va tolto nè aggiunto nulla. Pura “sobrietà psichedelica”. (Retrophobic, Italy)

Il quinto parto dei toscani Strange Flowers riconferma il loro gusto sopraffino per le atmosfere garage e psichedeliche. Il suono è spesso delicato con una voce che ricorda lo stile inglese e ci fa sprofondare, anche grazie al concept basato sulla fertilità, in una specie di brodo primordiale molto libero ed espanso. la band sa come suonare ed è elegante nel porgere le melodie. Anche la costruzione dei pezzi è varia. Si passa dalle carezzevoli e leggere Blue Mothers e September al rock ruggennte di The Followers Of Fame, immediato e coinvolgente, a Salvation dal ritmo contagioso. L’uso di tastiere e mellotron alza la loro cifra artistica e dà alle canzoni quel gradevole timbro vintage. Sempre in bilico tra cantautorato, pop e scatti elettrici il gruppo trova una dimensione univoca nel carattere onirico e cullante di una musica che a volte graffia, alre volte blandisce. Ottima l’interpretazione ddella cove di Madonna Hollywood, trasformata in un rock’n’roll lisergico alla Stones degli anni ’60 e l’adattamento musicale di una poesia di Rimbaud (Seven year Old Poets). Ed infatti è proprio così, gli Strange Flowers sono dei poeti o semplicemente dei sognatori un po’ cresciuti, ma sembre bambini nell’animo. (Rock Hard, Italy)

Quinto album, il secondo dell’attuale formazione, per la band di Pisa guidata da Michele Marinò. Tra bagliori psichedelici prende forma un progetto dalle sonorità sempreverdi affiatato dai molti concerti ovunque. Il rock di ieri voleva morire prima dei 30 anni. Quello attuale…perpetua la specie. (Primal Free Time, Italy)

Le dita che picchiano sulla tammorra in apertura sono un’ annunciazione di vita.

Una pizzica di benvenuto che ti illude di aver preso un disco dei Tarantolati di Tricarico. E invece, quando la vagina si schiude, sembra aprire le imposte sul solito giardino incantato rigoglioso di strani fiori in cui il gruppo pisano ci ha sempre accolto. Il nuovo disco li conferma preziosi custodi di una morbida psichedelia molto inglese che pesca pure in spumose suggestioni Paisley australiane tanto che a volte pare di muoversi dentro la via lattea dei Church o sotto il sole desertico dei Moffs. Guglielmi lavora alla produzione con la mente i tempi gloriosi della High Rise cosicchè Vagina Mother ha quest’ aria un po’ ammuffita di certi dischi d’ “epoca”. Di quell’ epoca. I Magic Potion ma anche la scena milanese degli “uomini tamburino” e gli Afterhours del 200 a.C. (avanti-Cobain). Ma ho la sensazione che i Flowers si stiano preparando a un nuovo passo e che il prossimo album possa essere un disco di svolta. Ma magari mi sbaglio. (Rumore, Italy)

Vagina Mother, produced by Federico Guglielmi for Go Down Records, is the highest point of a carrier during which The Strange Flowers have been regarded as one of the major acts of the independent scene. The Strange Flowers have always had a peculiar approach to psychedelic rock, far away from revivalist clichés, an attitude that once again is found in the 12 tracks of Vagina Mother, where the collaboration with Federico Guglielmi finally completes the modernization process that had begun with Aeroplanes In The Backyard. Vagina Mother can be considered a contemporary record from the beginning to the end, where the maturity and freshness of songwriting, the intelligence and modernity of the arrangements, the rigorous choice of analog sounds, not to mention a solid studio performance, make a peace of very high artistic value. Vagina Mother is complete and various, absolutely convincing. It surprises you in every single episode, stating loud and clear that The Strange Flowers are one of the most valuable acts of independent rock today. A jewel you cannot miss! (Decoded, UK)

Attiva dalla seconda metà degli anni ottanta, Strange Flowers è tra le più longeve realtà del panorama underground italiano, anche se di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e della formazione originaria è rimasto il solo Michele Marinò. Una delle principali caratteristiche del combo pisano è quella di fare riferimento agli anni sessanta: garage e psichedelia ne sono da sempre il principale punto di riferimento, il più naturale per un gruppo che è nato quando in Italia molti fra coloro che prendevano in mano una chitarra guardavano a tali sonorità. Tuttavia, ciò avviene con la chiara intenzione di restare ben piantati nel presente: i suoni sono perciò lontani dal revivalismo, puntando invece a una visione riveduta e corretta in chiave attuale di quelle atmosfere. Non fa eccezione il nuovo cd, prodotto dal giornalista Federico Guglielmi, tra i protagonisti – anche come discografico – degli anni ottanta del rock italico. Il quinto album del gruppo, “Vagina Mother”, presentato come un “concept al liquido amniotico”, presenta infatti una serie di brani che, con molte canzoni davvero riuscite, è la testimonianza di una band ancora con tante cose da dire. (Il Tirreno, Italy)

Après leur album de 2008, Aeroplanes In The Backyard, un album aux tons psychédéliques, les Italiens de The Strange Flowers reviennent en 2009 avec une formation restée identique. Sur cet album, les influences du Pink Floyd de l’époque psychédélique et déjantée, où Barrett était le leader et concepteur de la musique, sont perceptibles et revendiquées, de même que celle des Beatles, période Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band. Outre cette référence psyché affirmée, on trouve aussi des clins d’oeil et éléments World sur le premier titre. Dans les titres remarquables, il y a Underneath Electric Wires, un des titres forts du disque avec sa mélodie beatlessienne et un chant proche de leurs héritiers des 90’s : Oasis. Sur The Followers Of Fame, on tombe sur un thème plus pop rock agrémenté d’une couleur psyché. Cette référence aux Beatles est aussi bien présente dans September et avec un chant à la Oasis. Le groupe reprend Hollywood de Madonna dans une version psyché et hallucinée. Retour au Floyd avec A Rose In Your Mouth qui évoque les mélodies sucrées et flower pop des premiers simples du Floyd. Angela’s Disease est un titre acoustique avec choeurs et gimmicks floydiens. Sur Seven Year Old Poets, construit sur un poème de Rimbaud, le groupe, à l’instar de Jim Morrison, fait coller textes et musique d’accompagnement destinée à magnifier et ressortir le poème dans toute sa signification et valorisation. The Insect And The Fish rappelle un titre excentrique de Ummagumma mais avec un rythme plus heavy alors que les voix évoquent les seventies. The Strange Flowers offre un disque de rétro-psyché-rock, ancré au tout début des seventies, dans la lignée du premier Floyd et de l’ère psyché des Beatles et autres groupes de cette époque charnière entre le psyché, le proto prog, l’early prog. Le disque plaira à ceux qui adorent ce mouvement à la durée de vie éphémère et dont la mutation a donné le prog. (Harmonie Magazine, France)

Con Vagina Mother gli Strange Flowers giungono al traguardo del quinto album, confermandosi sempre più come una delle migliori ed originali band neopsichedeliche italiane. Per questo lavoro hanno affidato la supervisione artistica a Federico Guglielmi universalmente conosciuto come giornalista e scrittore (una delle sue ultime pubblicazioni è il bel libro Punk!), ma con alle spalle anche diverse esperienze negli anni 80 con gruppi come Not Moving e Magic Potion. L’idea di fondo di Vagina Mother è quella di portare a compimento il percorso intrapreso con Aeroplanes In The Backyard (Janboree n. 63), dove si notava già un evidente affievolirsi delle visionaria ballate che caratterizzavano album come Ortoflorovivaistica, per una maggior ricerca di suoni duri e diretti quasi privi di effetti psichedelici: a questa svolta avrà certamente contribuito la notevole esperienza del nuovo produttore. A parte l’intro spirituale dai richiami orientaleggianti (A Welcoming Mandala), gli arrangiamenti dei pezzi si basano molto sul suono prepotente delle chitarre che spesso assurgono a vere protagoniste (Blue Mothers), oltre ad una ritmica energica e a volte incalzante (The Followers Of Fame e The Insect And The Fish). Tuttavia è insito nel dna della band creare splendide atmosfere con lente ed ispirate songs: allora ecco giustificate September e la breve Angela’s Disease. Ma la vera sorpresa di questo album, comunque, è la geniale rivisitazione del brano Hollywood di Madonna che nella mani degli Strange Flowers diviene un irresistibile pezzo di pop rock dagli sfumati toni garage. Vagina Mother, a detta dello stesso Michele Marinò autore dei testi, è anche un concept album che parla della fertilità, del parto e dell’infanzia; e chi meglio di un poeta simbolista come Rimbaud avrebbe potuto prestare i versi per la splendida Seven Year Old Poets. (Jamboree, Italy)

Un tripudio garage quello dei pisani Strange Flowers. Il rock’n’roll retrò di questi ragazzi convince al primo ascolto forse per i vent’anni di esperienza della band e forse anche per quei suoni intramontabili che continuano ad affascinare generazioni. Ma il vanto degli Strange Flowers sta proprio nel songwriting, diretto e senza fronzoli che dalla prima all’ultima traccia non rilascia sbavature. Non manca neanche quella influenza psichedelica che conferisce a “Vagina Mother” un tocco ancora più coinvolgente.”A Rose In Your Mouth” o “Angela’s Disease” suonano come perfette perle di un immaginario che riconduce inevitabilmente agli anni 70 e non manca neanche una pennellata poetica come la traduzione inglese di una poesia di un giovanissimo Rimbaud, ovvero “Seven year old poets”. A chiudere la quadratura del cerchio arriva anche una singolare versione di “Hollywood” di Madonna. (KdCobain, Italy)

In amara dolce attesa. Che a Pisa facciano la buona musica si sapeva. A celebrare un ventennio di attività e di instancabili metamorfosi nelle sonorità e nella propria line-up, gli Strange Flowers decidono di sporcarsi le mani, o meglio, di sporcare le mani a Madonna: nella sezione centrale del loro quinto disco fa la sua comparsa una cover di “Hollywood” intinta in un secchio di pece lo-fi e abrasa, se non troppo nelle linee vocali certamente per quanto riguarda la strumentazione, dagli orpelli preziosistici che rendevano la canzone di Madonna una canzone di Madonna. Trionfo. Ma questo istinto puramente garage pervade “Vagina Mother” nella sua interezza (no pun intended), a tal punto che ci sono momenti in cui sembrerebbe di trovarsi nel 1992. Di certo lo shoegaze e il garage rock non sono le uniche influenze che gli Strange Flowers subiscono, ed anzi, la fascinazione più prepotente è certo quella del rock psichedelico. Non a caso nell’album spunta un Mellotron.Non si dimentichi che “Vagina Mother” è in primo luogo, a detta della band, «un concept al “liquido amniotico” (ricco di richiami alla fertilità e al parto)» – va da sé che gli spunti originali si estendano ai testi: si ha un po’ di divertita sfacciataggine catchy in “A Rose In Your Mouth”, o semplicità sofferta in “Angela’s Disease”, per non parlare della smaccatamente ambiziosa ma musicalmente irresistibile “Seven Year Old Poets”, dalla traduzione inglese di una poesia di Rimbaud quattordicenne. “Vagina Mother” è un lavoro buono, a tratti ottimo, e la produzione ruvida dell’album va tutta nella direzione della definizione del sound, lo-fi ma sempre curatissimo, degli Strange Flowers, che non si tradisce nemmeno nelle incursioni dance di “Salvation”. (Loudvision, Italy)

En 2008, les Italiens de The Strange Flowers nous proposaient “Aeroplanes In The Backyard”, un album aux tons psychédéliques comme on les aime. Cet opus, arrivé trois ans après “Ortoflorovivaistica”, était aussi celui des grands changements au niveau line-up. En cette année 2009, ils reviennent et cette fois le line-up est inchangé. Cette stabilité est sans doute la raison de l’arrivée plus rapide qu’à leur habitude d’un nouvel album.Le rock psychédélique est bien au rendez-vous. Les influences d’un Pink Floyd époque Barrett, mais également des Beatles du temps de “Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band” sont bien présentes. Pourtant, l’introduction de cet opus prend des tons World avec une guitare distordue. Mais le décor psyché est bien là. Dès le second morceau “Blue Mothers”, la basse hypnotique et une guitare au groove puissant nous le rappellent. “Powder Tears” a toutes les qualités d’un bon hit. Il sonne moderne et la mélodie nous imprègne. Un bon single sans aucun doute.”Underneath Electric Wires” est un des titres phares du CD. Les couleurs y sont très Beatles avec un chant qui flirte avec Oasis. “The Followers Of Fame” nous offre une couleur très moderne, un peu plus pop rock peut-être, sans oublier la touche psyché bien entendu. “September” aurait pu être écrit par les Beatles. Encore une fois, le chant légèrement nasillard fait penser à Oasis. Surprise, le groupe ose une reprise de Madonna. Mais “Hollywood”, dans cette version psyché et hypnotique, vaut le détour. Ils prouvent qu’on peut tirer quelque chose de valable d’une chanson de la madone.Mais revenons aux tons floydiens avec “A Rose In Your Mouth”. Les choeurs semblent d’époque et l’âme de Syd Barrett hante la chanson. Elle vaut bien un des premiers singles du Floyd. La basse se fait martelante sur “Salvation”, la guitare est psyché et le chant traînant. Quelques percussions agrémentent l’ensemble. Le court et dépouillé “Angela’s Disease” se joue à la guitare acoustique, avec choeurs et effets floydiens. “Seven Year Old Poets” est basé sur un poème de Rimbaud. The Strange Flowers suit les traces de Jim Morrison. Pourtant, tout ici est très Pink Floyd, quoiqu’un peu Doors aussi. “The Insect And The Fish” rappelle une des folies de Waters sur “Ummagumma”. La musique est plus heavy, les voix sont d’époque, les effets étranges se mélangent et la guitare nous offre un solo épique qui nous entraîne inexorablement dans la danse.Deux bonus sur cet album. Le premier est la version italienne de “Powder Tears”. Le second, intitulé “The Naked Monk”, est plutôt dispensable. Il lui manque un petit quelque chose pour le rendre intéressant.The Strange Flowers nous propose un nouvel opus à la hauteur des attentes. Les fans de psyché façon sixties vont se régaler. Avec Secret Machines, ils sont sans aucun doute un des groupes phares actuels du rock psychédélique. (Music In Belgium, Belgium)

Ridendo e scherzando sono ormai vent’anni che, alla guida degli Strange Flowers, Michele Marinò declina alla propria maniera il verbo psichedelico. Un percorso che lo ha visto guardare ai classici degli anni 60, certo, ma anche ai loro epigoni degli anni 80 e, allargando ulteriormente gli orizzonti, all’indie-rock degli ultimi decenni. Tale processo di organica evoluzione raggiunge il pieno compimento con “Vagina Mother”: prodotto da Federico Guglielmi, il disco è un distillato di un rock chitarristico acidulo e variegato, in cui la componente psichedelica è sempre presente, e a tratti fondamentale, ma non si propone mai con prepotenza, limitandosi – si fa per dire – al ruolo di trait d’union discreto ma indiscutibile tra una traccia e l’altra. Vi sono accenni al garage, avvolgenti ballate acide, brani dal piglio più urticante e altri in cui è la melodia a prevalere, e persino una cover di “Hollywood” di Madonna. Il tutto all’insegna di un livello qualitativo costante e decisamente soddisfacente, tanto da far sì che non vi sia un brano che spicchi in maniera decisiva sugli altri. Volendone citare qualcuno, optiamo allora per quelli meno “allineati”, dall’iniziale “Intro (A Welcoming Mandala)”, originale pizzica lisergica, a “Polvere”, unico brano in italiano del lotto (presente anche in versione inglese, “Powder Tears”). Anche se, ripensandoci, almeno il crescendo esplosivo di “The Insect And The Fish” deve assolutamente essere menzionato. Un buon lavoro, quindi, solido e ben riuscito nella veste come nei contenuti. (Fuori Dal Mucchio, Italy)

“…lo stile dell’album è di un rock moderno anche se influenzato dalla psichedelia e dal rock anni ’70…un concept album sulla fertilità e il parto, un mix di ballate lisergiche pregne di psichedelia a ritmiche garage e diramazioni pop…” (A Tutto Net, Italy)

“…un concept al “liquido amniotico” con il singolo “A Rose in Your Mouth” dal quale è stato realizzato un videoclip. Nella tracklist una cover del celebre brano di Madonna “Hollywood” rivisitato in chiave indie con la voce di Michele Marinò totalmente filtrata. Da segnalare anche “Powder Tears”, la cui versione in italiano (“Polvere”) è presente come bonus track…” (Audiocoop, Italy)

“…un pop psichedelico che affonda le sue radici negli anni 90 a braccetto con gli Oasis ed il brit di quei tempi. In più di un’occasione infatti gli Strange Flowers mi hanno ricordato la band dei fratelli Gallagher…” (Indie Zone, Italy)

“…gli Strange Flowers continuano il percorso di modernizzazione iniziato col precedente “Aeroplanes In The Backyard”….il lavoro si alterna tra ballate lisergiche pregne di psichedelia, ritmiche garage e diramazioni pop, concedendosi anche una cover di Madonna (”Hollywood”), una revisitazione in chiave musicale di Rimbaud (”Seven Year Old Poets”) e la versione in italiano (prima volta nella loro carriera) della loro canzone “Powder Tears” (”Polvere”). Il lavoro è ben suonato, il quartetto ha una buona padronanza degli strumenti e l’inserimento di strumentazione vintage (tastiera analogica, mellotron) funge da anello di congiunzione tra la psichedelia classica e l’impronta moderna che ne vogliono dare gli Strange Flowers…” (Sound Magazine, Italy)

“…rock psichedelico rivisto in chiave moderna, ottimi suoni… il punto di arrivo di una lunga carriera che li ha visti protagonisti della scena indipendente internazionale fin dai primi anni ’90….” (Euromusica, Italy)

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